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X

PER UN CAVALLO BARBARO

A Vitale de’ Buoi

     Figlio dell’aura, emulator de’ venti,
cursor veloce e volator senz’ale,
di cui vola piú tardo alato strale,
volan per l’aria i fulmini piú lenti;
     lo tuo corso a mirar corron le genti,
ma per seguir tuo corso occhio non vale;
non corre il cielo a le tue piante eguale,
men veloce il pensier movon le menti.
     Tuona il nitrito, e la ferrata zampa
sparge de le faville i lampi intorno
e pur selce non tocca, orma non stampa.
     Te brama il Sol per lo suo carro adorno;
ma, traendo del dí l’ardente lampa,
breve faresti col tuo corso il giorno.

XI

ALLA PENNA DEL CAVALIER MARINO

     Penna immortal, che col tuo volo arrivi
ove d’umana mente occhio non sale,
e, quasi de la gloria alato strale,
l’oblio saetti e le memorie avvivi;
     fonte d’eternitá, che mentre scrivi
spargi d’eterno onor vesta immortale,
da cui traggon gl’ingegni umor vitale
come traggon umor dal fonte i rivi;
     per te, mia penna umíl s’alza dal suolo,
come l’augel che, per sé tardo e vile,
giá si levò su l’altrui penna a volo;
     e, per far ch’ella sembri a te simile,
a te forme, colori e spirti involo
e de’ tuoi spirti sol vive il mio stile.