Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
girolamo preti | 59 |
VIII
PAESAGGIO AMOROSO
Lá ’ve quel monte infin al ciel inalza
la frondosa di querce ispida schiena,
e par che regga il debil fianco appena
quella d’alti dirupi orrida balza;
lá stassi Cinzia e, leggiadretta e scalza,
con l’orme del bel piè stampa l’arena,
dove quel rio da cavernosa vena
sbocca di grembo al monte, al piè gli balza.
Mira, o Tirsi, colá come lasciva
or bagna il suo bel viso ed or le piante
ne l’onda cristallina e fuggitiva.
I’ giurerei che quella rupe amante
è di lei fatta, e quella fonte viva
è di pianto amoroso onda stillante.
IX
INVITO
Cinzia, colá tra quelle balze alpine
stassi la mia capanna, opaca, ombrosa:
la difende dal ciel quercia frondosa
e le fan mura intorno ortiche e spine.
Giace un mio giardinetto in quel confine,
ch’ha una veste di fior varia e pomposa;
la calta, il croco, il gelsomin, la rosa
daran fregi al tuo sen, ghirlande al crine.
Lá scaturisce un’onda in grembo al monte,
nel cui specchio potrai limpido e schietto
mirar quanto se’ bella, ornar la fronte.
Cosí, tu stessa a’ tuoi begli occhi oggetto,
vedrai qual sia maggior, giudice il fonte,
l’ardor de le tue luci o del mio petto.