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claudio achillini | 53 |
XII
LA MORTE E IL TESTAMENTO DI SAN GIUSEPPE
Al padre Gioacchino Ciomei, cappuccino
In braccio a Cristo, agli angeli, a Maria
era nel letticciuol Gioseffo assiso,
e stava per morire e non moria,
ché non sapea morire in paradiso.
Ma l’etá, ma il dolore al cor conquiso
insegnò del morire al fin la via;
e lo spirito, omai quasi diviso,
converso a Cristo in questi detti uscia:
— Io moro, o figlio, e la paterna fede
vuol che del mio retaggio non ti frodi,
ma vi succeda tu, l’unico erede.
Vanne, e le mie fortune accetta e godi;
stendivi pur la man, drizzavi il piede,
ché troverai martelli e travi e chiodi. —
XIII
IL FIOR DI PASSIONE
Fassi colá ne’ messicani regni,
mercé d’un fior, religïoso aprile.
Mira che spiega in su la foglia umile
dei tormenti di Cristo espressi i segni.
Bel libro di natura, ai sacri ingegni
de’ sacri libri imitator gentile,
tu ne’ tuoi fogli in adorato stile
le pene altrui, la mia salute insegni.
Se fia giammai che degli odor su l’ali
da’ tuoi sanguigni e tormentosi inesti
voli dentro il mio cor duol de’ miei mali;
oh me felice allor, che da funesti
caratteri trarrò sensi vitali,
e da terreno fior, frutti celesti!