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538 | lirici marinisti |
nezia, 1676), scrissero i contemporanei Crasso, Elogi, i, 334-341, e Bonomi, Parto dell’orsa, pp. 212-3; e sfavorevolmente G. Cicinelli, Censura del poetare moderno (Napoli, Passeri, 1672), e F. Meninni, Furti svelati nelle poesie meliche e negli epigrammi di G. B. (s. l. a.). Recentemente, Edoardo Pedio, G. B., poeta e letterato del 600, con documenti inediti (Trani, Vecchi, 1902). Le piú ampie e precise notizie sono, per altro, in Minieri Riccio, Not. biogr. e bibliogr. cit., lettera B., pp. 15-17.
XI
ARTALE — LUBRANO — CANALE
I. Giuseppe Artale. — Dalla Enciclopedia poetica di Giuseppe Artale, cavaliero angelico-aureato-costantiniano di San Giorgio, corretta ed accresciuta dall’autore, tre parti (in Napoli, presso Antonio Bulifon, 1679).
Dell’Alloro fruttuoso, che costituisce la terza parte, la prima ediz. è di Napoli, per Novello de Bonis, 1672.
L’Artale (n. presso Catania, 1628, m. in Napoli, 1679) scrisse anche un romanzo, Il Cordimarte, una tragedia di lieto fine, Guerra tra vivi e morti (Napoli, Bulifon, 1679), e un dramma musicale, La Pasife ossia l’impossibile fatto possibile (Venezia, 1661). La vita di lui si trova alla fine del primo volume dell’Enciclopedia, e fu scritta da Catone Aurelio Clabbes (anagramma di Vito Cesare Cabballo). Si vedano Mongitore, Bibl. sic., i, 371-2, e Mazzuchelli, i, 1143-4.
II. Giacomo Lubrano. — Dalle Scintille poetiche o poesie sacre e morali, di Paolo Brinacio [Iacopo Lobrano] napoletano (in Napoli, nella nuova stampa delli soci Dom. Ant. Parrino e Michele Luigi Muzi, 1690).
Nella prefazione di Silvestro di Fusco: «Eccoti alfine le poesie italiane del signor Paolo Brinacio, il quale, tuttoché travestito di nome, darassi ben a conoscere al mondo letterato in questi pochi tratti della sua penna, appunto come si facevano discernere le linee rosse di Apelle..... Avvegnaché la sua professione non sia di far mostra di sé colla cetera al collo, ma di sacro oratore, non per tanto che si vuol fare? in quelle ore nelle quali tetrica sunt amoenanda iocularibus, si ha lasciato lusingar dalle muse». Cfr. anche, in questo vol., il son. xi del Canale.