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pietro casaburi 503

VI

A UN BAMBINO IN CULLA

     Si nasce alle fatiche; uopo è che sudi,
se tu goder felicitá mai speri;
s’esser vuoi glorïoso infra i guerrieri,
dèi di Bellona affaticar gli scudi.
     Incontrerai nel mar gli austri piú crudi,
se conquisti vuoi far d’ori stranieri;
s’ami cingerti il crin di lauri alteri,
dèi di Minerva esercitar gli studi.
     Se contraria non ha Giuno importuna
il greco Alcide, in su le stelle i Giovi
non gli schiudono mai soglia opportuna.
     Disagi hai da soffrir, se vuoi che giovi
a te la sorte. Ecco, bambino in cuna,
s’agitato non sei, pace non trovi!

VII

ESCULAPIO, INVENTORE DELLO SPECCHIO

     Fisso il piè vagabondo a’ vivi argenti,
e svelti lá dalle gelate valli
dell’Alpi ombrose i lucidi cristalli,
lo specchio esposi alle mondane genti.
     Qui l’Ecube e i Tersiti a’ lussi intenti
di natura emendàr sul volto i falli;
porsero a’ labri teneri coralli,
ostri alle guance ed alle chiome unguenti.
     Dell’arte opra migliore, onde gli oggetti
per cui gli egri amatori hanno il feretro,
par ch’a legar le fughe han gli anni astretti;
     lodi i miei vanti il musico Libetro,
ch’additando nel sen gli altrui difetti,
Momo della natura ho fatto un vetro.