Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/476

470 lirici marinisti

II

LA CHIOMA INCIPRIATA

     Se con la face Amor saetta ardori,
accende l’alme e rende i cori amanti,
tu di Ciprigna con la polve i cori
piú che fiamma d’amore arder ti vanti.
     Maga amorosa, or con novelli incanti
da questa polve fai nascer gli Amori;
ritorni profumati or gli altrui pianti
e al fumo de’ sospir spargi gli odori.
     Alchimista d’amor, polve odorata
mischiando al vivo dell’altrui tormento,
vuoi far dolce il martir, la pena grata.
     Mentre l’oro del crin mostri d’argento,
discopri ancor che tua beltá pregiata
si cangia in breve ed è sol polve al vento.

III

A UN POETA CHE SI TINGE LA BARBA

     Adulterare il venerando argento
che t’accredita il volto or sí mentito,
è d’ingegno senil giá rimbambito
e di vano pensier chiaro argomento.
     T’inganni, se ’l vigor debile e lento
cerchi coprir col pelo or sí annerito,
ché, s’appare al color ringiovenito,
rinvecchia in breve a tuo maggior tormento.
     Pur sei caro alle muse e ’l tuo gran stile
sopra ogni stile hai candido e sonoro;
il tuo candido pel non abbi a vile!
     Cosí piú amato dal vergineo coro
sarai, ché ’l cigno nell’etá senile
ha piú bianca la piuma e piú è canoro.