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462 | lirici marinisti |
IV
LA CACCIA DEL PESCE SPADA
nello stretto di messina
Per le liquide vie vola ondeggiante
del tempestoso nume orrido figlio,
ch’ha di cerulea spada armato il ciglio,
terror di Teti e fulmine guizzante.
Trema negli antri suoi Scilla latrante,
mirando negli assalti il mar vermiglio,
ché ad ogni pescator vivo periglio
intima il mostro fier, strage natante.
Ma se ’l colpiscon mai l’aste giá pronte,
si sbatte e sbuffa e l’agonie si affretta
con la morte nel sen, la spada in fronte.
Nobili, a voi! Un tal destino aspetta
chi morde acciari e sanguinario a l’onte
stima gloria del brando ogni vendetta.
V
LA LIBRERIA FINTA DI LEGNO
Apresi inciso entro un’adriaca scola
di apocrifi volumi ampio museo,
che a’ famosi d’Italia il pregio invola,
di erudito scarpel vago trofeo.
Quivi assaggia degli occhi anco la gola
di spirti intelligibili un archeo,
e scopre fuor la superficie sola
quanto scrisse la Stoa, quanto il Liceo.
Leggere in pochi sguardi a parte a parte
puoi l’enciclopedia di molti ingegni,
senza stancar la mano a svolger carte.
Del veneto saper vanti ben degni
fan che innesti col ferro arguta l’arte
l’arbor della scïenza a’ morti legni.