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GIACOMO LUBRANO
I
IL SONNO
Antipode del senno, oppio de’ sensi,
benché di mezzo l’essere ci privi
ed a dazio di morte astringa i vivi,
esige il sonno volontari censi.
Rende cimmeria l’alma, e ciò che pensi,
sposando a lazie muse i plettri argivi,
larva è di sogni or mesti ed or festivi,
delirio di vapori or radi or densi.
Di piacevole oblio vesta l’orrore,
di sibarite rose il letto impiumi;
sepolcro è pur de l’uom che a tempo more.
Torbido il viso e ’l sen d’umidi fumi,
per non farsi veder che ruba l’ore,
adulato ladron ci chiude i lumi.