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40 | lirici marinisti |
II
COMPIACIMENTO DEI PASSATI AMORI
Fûr sí care le piaghe e sí gradite
le fiamme onde il mio cor arse e si dolse,
e con sí vago laccio Amor m’avvolse
quelle poche felici ore sparite,
ch’avvivar le reliquie incenerite,
or che lei che l’accese il ciel mi tolse,
tento, e, ristretto il nodo onde mi sciolse,
aprir l’antiche mie dolci ferite.
E s’anco affanno in rimembrarle io provo,
pur non potete voi, memorie amare,
far che sia vago il cor di piacer novo.
Ma bacio il luogo ove alcun segno appare
del mal antico, e le scintille covo
de le ceneri mie soavi e care.
III
PASTORALE
Bacia, non piú rossor, Filli, cor mio,
e sian risposte dei miei baci i baci;
faccian le braccia al sen nodi tenaci,
ché nelle labbra tue spirar desio.
Quel susurro de l'aure e ’l mormorio
di queste linfe liquide fugaci,
qui sol s’ascolta, e l’amorose paci
sapran de’ nostri cori Amore ed io.
Quell’usignuol, che mille voci imita,
con dolci fughe tremole e canore
a gioir noi soavemente invita.
E se questo silenzio e quest’orrore
miri, questa gentil riva romita
quasi fatta è per noi scena d’amore.