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giuseppe artale | 453 |
VIII
IL CREATO E DIO
Stupisco!... Un fior chi ’l pinge? e come è nato
da un atomo d’un seme orno eminente?
come il popol marin, terrestre, alato,
ha volo, corso, nuoto, e l’uomo ha mente?
dal proprio pondo il suol com’è librato?
chi dá agli astri ed al sol norma esistente?
come il mar varia il flusso, e ’l flusso irato
stanca e i confin non preterisce un niente?
Ah, trino ed uno a nostre menti ignare
incomprensibil è, quant’egli è pio,
l’increato fattor d’opre sí rare!
Ch’ove un sol guardo e un sol pensier drizz’io,
miri il ciel, calchi il suolo o prema il mare,
veggio e contemplo in ogni oggetto un Dio.
IX
SANTA MARIA MADDALENA
A Maria Maddalena Loffredo, principessa di Cardito
Gradir Cristo ben dèe di pianto un rio,
torrente ov’egli bee d’alme assetato;
se su l’acque vagò spirito e Dio,
su l’acque a passeggiar torna incarnato;
e se la pace a chi l’offese offrio,
giusto ben fu poiché pietoso e grato
videsi a’ piè di chi piagarlo ardio
l’aureo crin, che l’insegna è del peccato.
L’occhio e la chioma in amorosa arsura
se ’l bagna e ’l terge, avvien ch’amante allumi
stupefatto il fattor di sua fattura;
ché il crin s’è un Tago e son due Soli i lumi,
prodigio tal non rimirò natura:
bagnar coi Soli e rasciugar coi fiumi.