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412 | lirici marinisti |
VI
LA BUGIARDA
Nice, qualora il suo pensier mi spiega,
ogni parola è di bugie vestita;
quando ella mi discaccia, allor m’invita,
e quando mi minaccia, allor mi prega.
Ora pietá promette, ora la nega,
ed ora m’abbandona, ora m’aita;
mesta e lieta mantiene a me la vita,
e mi discioglie allor quando mi lega.
Dopo tante menzogne, alfin m’induce
a non amarla piú giusto furore,
benché beltá celeste in lei riluce.
Poi dico: — Il non amarla è grave errore;
ché se la veritate odio produce,
dritto è che la bugia produca amore. —
VII
AMORE E DOLORE
Oh della fede mia bianchi trofei!
Nelle felicitá son fatto un dio.
Madonna m’ama, amo madonna anch’io,
né diletto maggior bramar saprei.
Sono spiriti suoi gli aliti miei:
penso col suo pensier, pensa col mio,
tempra con la mia voglia il suo desio,
vive in me trasmigrata, io vivo in lei.
Le sue bellezze alla mia fame espone,
e godo il mio bel sole al dí piú fosco,
ella Venere fatta, io fatto Adone.
Dell’empia gelosia non bevo il tòsco,
e pur mi doglio e piango. E la cagione
del mio duol, del mio pianto io non conosco.