che dal sublime punto
le rintuzzate corna
omai piega declive inver’ l’occaso;
allor ne’ greci regni
offriransi al tuo crin ben cento allori.
Intanto, giá che brama
teco l’aquila augusta
stringer nodo di pace,
tu ’l dèi gradir, ché forse
vuol ragion che congiunta
sia col re delle fère
la regina del popolo volante.
Tu, regnator dell’Alpi,
che quinci stendi nell’Italia e quindi
l’antico scettro ne la Francia, ah tanto
non t’alletti la pompa
de’ paterni trofei, che non raffreni
gli spiriti magnanimi e feroci
ch’altro apprezzar non sanno
che bellicose palme!
Deh, lascia che riposi,
dopo tanti travagli,
all’ombra sospirata
di pacifiche olive
il tuo popol divoto,
finché piú nobil tromba
a ricalcar ti chiami
l’orme de’ tuoi grand’avi in Orïente.
Ma tu, del Vatican pastor sublime,
padre comun che premi il trono santo
che piú d’ogni altro in terra al ciel s’appressa,
so ben ch’ogni tua cura
rivolgi all’util nostro;
so ben che i tuoi pensieri
altro oggetto non hanno
che ’l servigio di lui, che tra’ mortali