con vero culto deitá non falsa.
Poscia che i vostri immoderati affetti
e quella poco giusta arte d’impero,
che voi chiamar solete
ragion di Stato e gelosia di regno,
sono, a chi il dritto mira,
in gran parte cagion di tanti mali.
Tu che sostieni il glorïoso scettro
dell’impero roman, tu che correggi
con la destra possente
la gran Germania, al cui valor sovrano
serva è fortuna, obbedïente il fato;
tu che a tanti rubelli
depor facesti il pertinace orgoglio,
tu che i santi disdegni
rivolti avevi a fulminar sugli empi,
che con rito profano
tolgon l’antico culto ai sacri altari;
perché tronchi nel mezzo
un’opra sí magnanima e sí giusta?
Qual di ministro infido
consiglio interessato
ti fa stimar piú degno
de l’ire tue sul Mincio un tuo vassallo,
che fuor che ’l regno avito,
per legge a lui dovuto e per natura,
altro non chiede? E se dimostra in questo
forse minor la riverenza in parte
che a te si deve, è tanta
però la colpa, che mandar convegna
cento barbare squadre
nei campi ausoni a comperar la morte
a prezzo di ben mille
stragi, ruine, vïolenze, furti,
rapine, incendi, sacrilegi e stupri?
e (quel che fa piú giusti