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ciro di pers 379

mentre spuntava in ciel la quinta aurora,
sorger si vide a fronte
di Berenice il lido,
che di cinque cittadi, onde famosa
fu Pentapoli un tempo, appar primiera.
Quindi non lungi infra i cerulei flutti
chetamente confonde
l’oblivïoso Lete
i suoi tartarei umori.
Si vide poscia il loco
dove era Arsinoe e dove
Tolomaide risorse,
dove Apollonia fu, dove Cirene,
ché dell’alte ruine
sparso da lungi ancor biancheggia il suolo.
Giá fûr cittá superbe, or sasso a pena
v’è ch’a sasso sovrasti:
cosí fragili sono incontra il tempo
l’opere de’ mortali.
Non have alcun albergo
che sembri ad uso umano
quel barbaro terreno; e pur è tutto
dagli uomini abitato,
i quai non so s’io debba
infelici chiamare o pur beati;
cosí mal si misura
l’altrui felicitá coi propri affetti.
Ma se beati fûro
quei del mondo novello
primieri abitatori,
perché non doverò chiamar beati
questi ancora, che sono
tanto a lor somiglianti?
Quello che piace lece,
quel che diletta è onesto;
re, ciascun a se stesso