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376 lirici marinisti

     Ma cieco e stolto è quegli ancor che l’ama
solo in un loco, e se la mira altrove
o non la riconosce o non la cura.
Chi la bellezza brama,
la brama sempre in ogn’oggetto, e dove
la scorge ivi d’unirsi a lei procura.
Animata pittura,
ell’è di Dio ritratto; io stimo un empio
chi la vuol adorar solo in un tempio.
     Quegli che non ha cor d’amar capace
l’universal bellezza, ama e desia
la bellezza di Filli o di Nigella;
quindi non trova pace
co’ suoi meschini affetti; erra e travia,
mentre la luce vuol sol d’una stella,
che se splende rubella
a le sue voglie, infra gli orrori immensi
ei non ha scorta al travïar de’ sensi.
     Sol una è la beltá che ’l divo lume
in piú corpi diffonde, e quasi Sole
a molte stelle i raggi suoi comparte;
ond’è stolto costume
di chi solo in un volto amar ne vuole
con povero desio picciola parte.
Volgi l’antiche carte
e sovente vedrai lo stesso Giove
in nuovi oggetti amar vaghezze nove.
     Tu, saggio Andrea, che non restringi il core
fra l’angustie d’un viso, e a’ desir vasti
una sola speranza ésca non fai;
per te non trova amore
entro due sole luci ardor che basti,
e i lacci d’un sol crin non sono assai.
Quindi è che tu ben vai
col libero pensier per varie forme
de l’unica beltá tracciando l’orme.