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pietro michiele | 309 |
IV
A UN’ATTRICE
che rappresenta la peccatrice convertita.
In preda giá de’ piú lascivi amori,
a cui con piacer vano il mondo invita,
la peccatrice in su l’etá fiorita
s’ornò di gemme e profumò d’odori.
Poi de’ commessi suoi vulgari errori
passò tra i boschi a sospirar romita
e, mentre apriva a sospirar l’uscita,
aprian per lei del ciel gli angeli i cori.
Tu, mentre in finta scena il mondo insano
segui, poi sprezzi e tra i celesti giri
spieghi lodi canore al re sovrano;
prima tra molli vezzi ogn’alma aggiri,
poi teco al ciel da questo fango umano
per la traccia sen va de’ tuoi sospiri.
V
IN MORTE DI LOPE DE VEGA
A la gelida tomba ov’è sepolto
l’esperio Vega e de l’Esperia il vanto,
cinte le muse di funebre ammanto
mostran lacero il sen, pallido il volto;
e, ’l cor giá tutto in lagrime disciolto,
gli fan correr intorno un rio di pianto,
e con pietosa man spargonli a canto
dei fior di Pindo un ricco nembo e folto.
E mentre in duro suon geme e sospira
lo sconsolato coro, egra e dolente
chi spezza la sampogna e chi la lira.
A sí mesto spettacolo presente
romper anch’egli Amor l’arco si mira,
e nel pianto ammorzar la face ardente.