Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/304

298 lirici marinisti

Croce
     Ecco il tronco fiorito,
ove il fior nazareno,
dai rai d’amor ferito,
aprí languido il seno;
vieni, ed il tronco e il fiore
ti spunti al seno e ti s’alligni al core.

XIX

IL NANO DI NOME «AMICO»

     Di che stupido t’ammiri,
tu che miri
la mia picciola statura?
Non fu avara, come credi:
se ben vedi,
mi fu prodiga natura.
     Nel mio breve corpicello
il modello
ella fe’ d’un gran colosso:
novo Encelado compose
e mi pose
su le spalle un monte addosso.
     Quando nacqui, influssi rei
ai dí miei
non promise astro nemico;
ma in compendio il ciel cortese
farmi intese
un grand’uomo e grande amico.
     S’al di fuori altrui son scherno,
ne l’interno
non la cedo al magno Atlante:
picciol son ne la sembianza,
ma in sostanza
corpo nano ha cor gigante.