Ridente è della terra
il verde grembo e ’l volto,
e di ridenti fior s’orna e s’inostra.
Ne la sua cupa chiostra
con crespo volto il mar ride ed affrena
l’aura che stride e geme,
l’onda che piange e freme.
Ride al riso del mar l’aria serena,
e negli aerei campi
ridon le nubi e son lor riso i lampi.
Ride spiegando il velo
e di ridenti orrori
la notte il chiaro volto a l’aria imbruna;
e di ridente gelo
spargendo l’erbe e i fiori,
nel suo ridente ciel ride la luna.
Per l’ombra azzurra e bruna
nel notturno seren spiegan le stelle
ridenti i crini d’oro,
ridenti i raggi loro;
e con le rose sue ridenti e belle
fa l’alba in ciel ritorno,
tutta ridente dal balcon del giorno.
Scopre ridendo il sole,
quando al ciel splende e s’erge,
di ridenti fiammelle il crine ornato;
e pur ridendo sòle,
quando nel mar s’immerge,
tuffar tutto ridente il carro aurato.
Riso, riso beato,
tanto hai di bello in te, tanto in me puoi,
che, sciolto il fren tenace
a la favella audace,
omai dirò ch’un sol de’ raggi tuoi
faria, tra ’l pianto eterno,
quasi sereno ciel rider l’inferno.