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girolamo fontanella | 249 |
O beata campagna,
felice colle, avventuroso fiume,
che degni fai del tuo cortese lume!
Beato il Serchio ove irrigando bagna,
ché, nel suo molle e cristallino gelo
stampando il viso tuo, contiene il cielo.
Io di qua, dove seggio
or fra sacri silenzi ombroso e muto,
col cor t’inchino e col pensier saluto.
Da quest’occhi non vista io pur ti veggio.
Oh stupor non udito, oh strano gioco!
la tua luce non vedo e sento il foco.
XXXI
PER LA MONACAZIONE DI SILVIA DELLA MARRA
Al padre di lei, duca della Guardia
Verginella innocente in bianco velo,
miro pura donzella,
tutta candida e bella,
far de la sua beltá giudice il cielo;
calca i fasti e le pompe e sembra umíle,
in sua tenera etá, giglio d’aprile.
Nel suo casto voler ferma ed immota,
tronca il biondo tesoro
e consacra quell’oro,
Berenice novella, al ciel devota;
e di Cristo imitando il regio crine,
la sua tenera fronte orna di spine.
Veste candida lana e bianco lino,
che si ritorce in onda
cosí pura e gioconda,
che somiglia in candor terso armellino;
e ben dovea chi di colomba ha il core,
di colomba vestir l’almo candore.