Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/250

244 lirici marinisti

     In te l’alga è smeraldo,
bianca perla la spuma, argento l’onda,
bel cristallo la sponda,
vaga stella ogni fior pura e serena,
gemma fina la conca, oro l’arena.
     In quest’antri, in quest’ombre,
spesso il tenero Amor giunge danzando;
in quest’alghe posando,
baldanzosi nel cor, lieti nel viso,
chiaman Cerere e Bacco il canto e ’l riso.
     A delizie sí belle,
a sí dolci armonie ch’in te son mosse,
qui, se muto non fosse,
quando sopra de l’onde ergesi ed esce,
parlerebbe d’amor lo scoglio e ’l pesce.
     Salta il curvo delfino
con la coda forcuta entro i cristalli;
i suoi guizzi son balli
e sí attento l’orecchio in te ripone,
ch’a la musica tua lascia Arïone.
     Qui non morono i cigni,
come in riva del Po sovente avviene;
qui le belle sirene,
con melodia ch’è di dolcezza ordita,
dánno invece di morte altrui la vita.
     O bel monte fra’ monti,
per delizia de’ sensi a noi risorto,
tu, pacifico porto
d’ogni mesto pensier, d’ogn’alma errante,
porti pace al nocchier, requie all’amante.
     Grazïoso il Tirreno,
con la bocca de l'onde il piè ti baci;
in quest’acque vivaci,
ove danzano ognor ninfe e tritoni,
mentre fiori li dái, perle ti doni.