ricco e lucido chiostro,
ove musiche intorno
fan passeggio le Grazie ed han soggiorno;
bel teatro gentil d’avorio e d’ostro,
ove giostra la lingua e ardente e vaga
con acuto parlar gli animi impiaga;
odoroso giardino,
ove ordiscono i favi
gli Amoretti volanti, api soavi;
puro fonte d’ambrosia aureo e divino,
ove il fervido cor, pien d’allegrezza,
assetato d’amor beve dolcezza;
nova lancia d’Achille,
che con colpi vitali
ne le guerre d’amor gli animi assali,
e traendo di gioia umide stille
giovi poi se ferisci, e a le ferute
con soave baciar porti salute;
tu, fra i brevi confini
di duo labbri giocondi,
l’Arabia accogli e ’l paradiso ascondi;
e con le chiavi di duo bei rubini
apri il cielo agli amanti e in dolci calme
fai lieti i cori e fai beate l’alme.
Saggia e bella riprendi,
persuadi ed alletti,
e sai destare e dominar gli affetti;
preghi, canti, lusinghi, ardi ed incendi
e, con dolce facondia, alta e divina,
fai de l’alme e de’ cor dolce rapina.
Or ch’in rime ho tessuto
la tua gloria e ’l tuo vanto,
bocca bella e gentil, baciami intanto.
Sia premio il bacio al mio cantar dovuto;
la mercede a la bocca e ’l premio tocca,
che lodò, che cantò te, bella bocca.