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236 | lirici marinisti |
XXV
AL FIUME SEBETO
Per la fontana nella casa di Francesco Nardilli
Fiumicello vezzoso,
che con passo lucente
fuor d’un seno petroso
con bel roco vagir spunti nascente,
e discorrendo in tortuosi errori
stampi in mezzo le piagge orme di fiori;
movi il piè susurrante,
peregrin fuggitivo,
e nel corso tremante
sei di posar nel proprio letto schivo,
e girevole e torto in vari modi
col tuo lubrico dente i sassi rodi.
Qual coppiero gentile,
dentro vaso d’argento
a la corte d’aprile
somministri da ber gelido e lento
e, qual musico bel, tra pietra e pietra
del tuo vivo cristal suoni la cetra.
Sei tu povero d’onde,
ma ben ricco di pregi,
ed angusto di sponde
il nome augusto hai d’onorati fregi,
e benché umil per le campagne corri,
per le penne di cigni altero scorri.
Nel bell’orto reale,
che fa scorno a l’Eliso,
per occulto canale
compartito in piú rivi entri diviso,
e per opra de l’arte argenti molli,
disdegnando la terra, al cielo estolli.