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14 lirici marinisti

     Lessila e tosto il dono a terra trassi.
Vedi tu, dunque, com’hai meco sdegno
per cosa, ond’io sarei che mi lodassi
                         piú tosto degno! —
     Cosí parlava l’amator selvaggio,
quand’ella, alquanto accoltasi la vesta,
ridendo seguí oltra il suo viaggio,
                         coll’urna in testa.

XV

LA LUSINGA AMOROSA

     Dolce Lidia, Lidia bella,
sporgi quella
bocca ov’abita ’l mio core;
ch’io farò de’ labbri bei
poppe ai miei,
vera pecchia di tal fiore.
     Che insoffribile contento
è ch’io sento?
Dimmi, Lidia: hai pur capanna;
sei svelata al ciel giaciuta
che piovuta
su le labbra t’è la manna?
     O pur nettare cibasti,
né curasti
poi la bocca rasciugarti?
Ah crudel, tu non rispondi,
ma confondi
col baciar gli accenti sparti.
     Grandinate, dolci baci,
ma loquaci,
ché il silenzio Amore annoia,
e dir l’ultime parole
sempre suole,
quand’un’alma avvien che moia.