Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
176 | lirici marinisti |
II
LA TOMBA
Allor ch’io copra in sonno eterno i lumi,
freddo cibo de’ vermi e poca polve,
mausolei non ambisco: Atropo solve
i piú famosi marmi in ombre, in fumi.
Ad erger tombe Egitto etá consumi;
ciò che i secoli fanno, un dí risolve:
tutte un oblio le umane cose involve,
come in sé accoglie il vasto mare i fiumi.
D’Agamennone e d’Iro Euro confuse
le ceneri, e del cinico mendico
e d’Alessandro il grido eco deluse.
D’urna paria o corintia son nemico,
né vo’ in amomo l’ossa o in mirra infuse,
purché m’apra natura il grembo amico.