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106 | lirici marinisti |
II
L’ASCIUGAMENTO DEI CAPELLI
Spiega madonna i bei volumi d’oro
de la gemina chioma al sole, ai venti:
questi col soffio e quel co’ raggi ardenti
beono, accesi d’amor, l’umor ch’è in loro.
Glorïoso de l'alme almo tesoro,
prezïose de’ cor reti lucenti,
nodo piú non v’intrecci e fian le menti
via piú vaghe di voi, che pria non fôro.
Oh come bello il Sol degli occhi splende
tra l’auree nubi e, mezzo ascoso, il volto
oh quanti lacci insidïoso tende!
Tanto è piú vago il crin quanto è men cólto,
e quanto molle è piú tanto piú accende,
e tanto lega piú quant’è piú sciolto.
III
LA PROMESSA
— Verrò — mi disse, e mi prefisse a punto
il dí terzo d’april la donna mia.
D’indi in qua par ch’a me sia stato e sia
anno il dí, mese l’ora e giorno il punto.
Spero e temo, ardo e gelo, e a tal son giunto
che mia vita è delirio e frenesia;
meglio il non aspettarla a me saria,
sete ingorda d’amor sí m’ha consunto.
Crudo aspettar, cagion d’acerbe pene
mi sarai tu, cagion d’estrema noia,
venga e non venga il sospirato bene.
Poiché verrá che o per gran doglia i’ moia,
se non vien la mia donna; o se pur viene,
che s’anneghi il mio core in mar di gioia.