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giovan leone sempronio | 101 |
XIV
IMPOSSIBILITÀ
DI OCCULTARE IL PROPRIO ANIMO
Oh come vano, oh come folle e stolto
è chiunque fra sé tenta e presume
l’immutabile suo natio costume
negli abissi del cor tener sepolto!
Traspar di fuor ciò ch’è di dentro accolto,
quasi per chiaro vetro ardente lume;
e, quasi in breve e picciolo volume,
ciò che dètta il pensier, scritto è nel volto.
L’occhio de l’uomo è una finestra aperta,
onde si puote ogni suo chiuso affetto
ed ogni voglia sua mirar scoperta.
Un cenno, un gesto, un movimento, un detto,
testimonio assai buon, prova assai certa
pòn far altrui di ciò che chiuda il petto.
XV
LA MADDALENA AI PIEDI DI GESÚ
Se giá con cieco e poco saggio avviso
mossi le piante al regno tuo rubelle,
lungi da te, che su le sfere assiso
scorri il ciel, calchi il Sol, premi le stelle;
oggi a le piante tue candide e belle
piego il sen, gli occhi abbasso, inchino il viso,
per discoprir, per imparar da quelle
il sentier che conduce al paradiso.
Anzi, per dimostrar prova piú espressa
de la cangiata mia vita infelice,
a piè de’ piedi tuoi getto me stessa.
Oh de le colpe mie peso felice,
da la cui grave soma a terra oppressa,
chinar me stessa a sí bei piè mi lice!