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o( XLVII )o

ne ha scritto, che tutt’altra cosa avevamo dovuto da lui aspettarci. Quest’osservazione volentieri abbiam fatta per non parer presso al pubblico tanto imprudenti d’accingerci a nuova Traduzione in quella lingua, che ne fosse già stata da altri dotti uomini arricchita. Fatto stà, che noi viviamo obbligati al celebre Sig. Novellista Fiorentino, e per lui siam pieni di stima, assicurandolo, che ’l solo amore della verità ne ha renduti difensori di noi medesimi, dove ne conveniva esserlo Egli però ha saputo con tanta grazia le sue difficoltà proporre, con lodi mischiandole non meritate da noi, che aslolutamente ne dobbiam esser contenti. E s’altre fatiche nosre, che siam per fare, stimerà egli degne di sue diligenti osservazioni, noi certamente, senza mostrarne disgusto, torneremo a ringraziarlo con lettera, e proccureremo di sargh in pubblico quella giustizia, ch’è ben dovuta alla sua non ordinaria dottrina.

Co’ medesimi sentimenti di gratitudine ce la passiamo verso de’ Signori Novellisti di Ratisbona, i quali della nostra Versione diedero distintamente notizia nelle loro Novelle det 1750. par. X.

Non farem già così con que’ Valentuomini, i quali per via di lettere si son compiaciuti di darne privatamente attestato dell’animo loro, comechè ricordevoli ci manterremo di tanta lor degnazione. Noi non potevamo dissimulare col pubblico l’onore, che