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dotti Italiani? A noi da principio ēra venuto in mente, che forse tra l’altre inedite Versioni dal Greco dell’indefesso Abate Salvini v’avesse anche questa. Onde non abbiam lasciato con lettera d’interrogarne l’umanissimo Novellista. Ma che? Egli si degnò di risponderci, che v’avea la Traduzione dell’Abate Corradin dall’Aglio, la quale credeva egli che da noi non fosle stata veduta. Ma non era così, che n’avevamo anzi letta una pagina, e mirandola tanto indegna d’un bellis simo Originale, ci lusingammo, che facile intrapresa sarebbe stata di produrne un’altra meno infelice, onde noi stessi ne prendemmo l’assunto. E, se dentro l’Opera nostra non ne abbiam fatta menzione, ciò pure addivenne, perchè stampandola noi in tempo, che’l diligentissimo Abate Quadrio raccoglieva notizie delle varie Edizioni, e de’ Traduttori di Coluto, abbiamo osservato, che le scoperte nostre intorno a questo soggetto erano già state fatte da lui medesimo. Onde abbiam voluto usargli questo rispetto di rimetterne alla relazione di quel grand’uomo i lettori. Per altro, se il Sig. Novellista s’è inteso di parlare della Traduzion dell’Abate dall’Aglio, con qual giustizia ha potuto dire dopo altri dotti Italiani? Nè sono stati altri Italiani che han tradotto Coluto, nè a quell’Abate doveva accordare il titol di dotto: poichè lo aveva egli prima sì malmenato in altre Novelle, ca noi parimente con tanto disprezzo