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o( IX )o

De l’altre tutte aver volea quel pomo,
Perchè retaggio de gli Amor poi fosse.
Ma la discordia de le Dee vedendo
Giove, chiamato il giovane Mercurio,
Che al convito sedeva, a dir gli prese.
     Se tu per sorte hai conosciuto, o Figlio,
Là presso a’ fiumi del Trojano Xanto
Paride, ch’è di Priamo figliuolo,
Quell’illustre garzon, pastor di Buoi
Sovra i monti di Troja, a lui dà il pomo̟;
Ordina a lui di giudicar le Dee,
E la bella union di lor palpebre,
E de’ lor visi il giro. A quella poi,
Che la famosa porterà sul volto
Bellezza a quella ancor tocchi l’onore
Dopo il giudizio di sì nobil pomo.
     Tanto impose a Mercurio il Padre Giove,
Onde a’ paterni cenni ubbidiente
Ei per la strada le guido, prendendo
Di lor cura e governo. Ognuna intante
Pregiavasi e aver maggior bellezza;
E Venere con arte il vel del capo
Spiegando, e de le chiome l’odorosa
Fibbia partendo, i suoi bei ricci d’oro
Fe’ adorni, e d’oro anche la sparsa chioma;
E volta a’ Figlj Amori, a dir lor prese.
     Vicina o cari Figlj, ecco la gara:
Deh la Madre ajutate: Oggi del volto
Mio lo splendor giudicherà qual sono.
Ma temo a chi per dar sia ’l pomo questo
De’ buoi Custode. Veneranda Madre