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(1) Niun pensiero abbiamo avuto nel volgarizzare l'Epitalamio presente, che quello d'unire tutto ciò, che abbiam trovato di greco intorno ad Elena. Avremmo dovuto in questo volume altresì comprendere l'Elena d'Euripide; ma per esser Tragedia, e perchè ne aspettiamo una leggiadra traduzione dall'erudito P. Carmeli, non l'abbiam fatto. Quest'Epitalamio è stato già in versi italiani recato dal Regolotti, ma, per quanto ne pare, con poca grazia, e con assai libertà; in versi latini da Ugon Grozio, e dal Vvitford, e in inglese dal Dridenio.
(2) Non aveva voluto Pindaro assegnar nome particolare alle sue liriche poesìe, chiamandole così in genere εἶδος, ch'è quanto dire sorta di componimenti. Ha pensato d'imitarlo Teocrito, facendone il diminutivo εἰδύλλιον, per essere i di lui canti più brevi.
(3) Teocrito figlio di Prassagora, e di Filline, come abbiamo da un suo epigramma, fu certamente Italiano da Siracusa, sebbene alcu-