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Ma egli è pur vero, che tra gl’illustri personaggi alcun si trova di fortezza privato, altri di sapere, ed altri di qualche simile prerogativa; questo solo però di niente bisognoso ritroveremo dalla natura formato, ma d’ogni parte ripieno d’acquistata virtù. Io stimo pertanto opportuno dovermi intorno ad esso più lungamente diffondere, giudicando, che maggior fede saranno per acquistarsi i lodatori d’Elena, se mostreranno, che più maravigliosi degli altri furono gli amanti, e ammiratori della medesima. Di quelle cose certamente, che a’ tempi nostri arrivarono, possiamo anche noi colle nostre private opinioni avvalorare il giudizio. Non così delle antiche, nelle quali fa duopo, che noi andiamo d’accordo con ciò, che scrissero gli Oratori di quell’età. Ora io posso produrre per una bellissima testimonianza di Teseo, che nato essendo a’ tempi d’Ercole un’invidiabile gloria, e pari 1 a quella dell’altro, egli ha di se stesso lasciata. Imperciocchè non solo egualmente nell’armi pensarono d’illustrarsi, ma eziandio a’ medesimi istituti s’appigliarono, all’agnazione loro ben convenienti. Nati eglino da due Fratelli, uno da Giove, e l’altro da Nettuno, fraterne, per dir così, ebbero ancora le lor passioni; posciachè soli, fra quanti furon da prima, come atleti si formarono pronti a difendere la vita degli uomini: sicchè ne avvenne, che l’uno pericoli in-

  1. Plutarco dice, ch’era andato in proverbio ἄλλος οὗτος Ἡρακλῆς questi è un altro Ercole.