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tanto più di questo ha voluto, che fosse Elena onorata, quanto a lui diede la forza, con cui tutto potesse il possibil eseguire, e a questa la beltà concesse, che solita è di dar legge alla forza medesima. Comprendendo però, che lo splendore, e l’eccellenza non dalla quiete, ma dalle guerre, e da’ pericoli nascono, e volendo non solamente i corpi loro alla divinità sublimare, ma conceder loro l’immortalità eziandio del nome, fece la vita d’Ercole tutta infervorata per le stragi, e pe’ disastri, e la natura d’Elena avvenente formò, e tale, che ad ottenerla nascessero d’ogni parte contese. E Teseo 1 primieramente, detto figliuolo d’Egeo, ma in verità da Nettun generato 2, vedendola non per anco d’età fiorita, ma superiore ad ogn’altra nel volto, tanto dalla bellezza di lei si lasciò vincere, comechè a vincer altri assuefatto, che, avendo amplissima Patria, e securissimo regno, non pensò col possedimento di sì rari beni, che fosse giusto di vivere, senz’aver con essa soggiorno. Laonde non potendo senza volontà di quelli, a cui era soggetta, arrivare a possederla, conciossiacosachè aspettassero egli- 182
- ↑ Ellanico, a dir di Plutarco, riferisce, che già era Teseo di cinquant’anni, allorchè rapì Elena giovinetta. Dal qual delitto, però altri lo scusano, come da non credersi in uomo di quell’età, e ne accagionano Ida, e Lyngeo-
- ↑ La faccenda però è andata così, come racconta Plutarco. Egeo desiderava figliolanza. Gl’impose un Sacerdote d’Apollo, che s’astenesse da Donne prima del suo arrivo ad Atene. Giunto egli a Trezene, soggiorno di Pitteo, per fecondare il genio di questo, che lo voleva congiunto ad Etra sua figlia, disubbidì all’Oracolo; e poich’ell’ebbe da lui concepito, l’abbandonò, lasciandole sotto un grosso sasso la Spada, e i Calzari, onde ὀνομασθῆναι λέγουσι διὰ τὴν τῶν γνωρισμάτων θέσιν. Frattanto rumore fu sparso da Pitteo d’essere stata la Figlia da Nettuno ingravidata, Dio da’ Trezenii assai venerato, o come tutelare della Città tenuto.