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o( LXXIX )o |
v. 58. Ἐσπερίδων χρυσίων — μήλων; de gli aurei pomi - d’Esperia. Nota è la favola di questi pomi. Raccontasi, che v’ebbero certe Donne d’Esperia, nel di cui Orto le piante miravansi cariche di pomi d’oro. Alla custodia di questi vegliava minaccioso Dragone. Ercole di là passando i pomi rapi, uccisone prima il guardiano. La favola è narrata da Stazio nella Tebaide II. Ma la verità è questa, dice Palefato περὶ ἀπίστων cap. 19. Fu Espero un uom di Mileto, che nella Caria abitava, ed ebbe due figlie, chiamate Esperidi, le quali si dilettavano di tener certe pecore belle, e feconde, quali anche oggidì si veggono in Mileto, e perciocchè bellissime erano, dimandavansi pecore d’oro, essendo l’oro bellissimo. Per conferma di ciò noi possiamo citar Luciano nel Dialogo Caridemo ove dice, che Venere più d’ogn’altra cosa pregiavasi d’essere nominata col titolo d’aurea per questo solo, che nell’oro medesimo v’è l’idea della Beltà. Ora, prosiegue Palefato, collo stesso nome μῆλα vengon chiamate le pecore, e i pomi. Dracone era di questa greggia il Pastore, la quale veduta essendo da Ercole, se ne invaghi, e in casa il Pastore cacciato, pose sulla nave le pecore, e len andò. Solino però diversamente ne spiega il mistero (polyhist. cap. 37.)
V. 63. ἀγαλλομένη superba. L’Abate dall’Aglio traduce privilegiata. Nuovo è questo significato.