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o( LXXVII )o |
se voleva pregiarsi d’una maggior fedeltà.
ν. 43. φοινήεντι μίωπι βοῶν, κ. τ. λ. Dal sanguinoso agitator de’ buoi Estro. Noi siam di parere, che nient’altro abbia voluto significare il Poeta colla voce μύωπι, che quella mosca di color di bronzo (μυῖα ὑπόχαλκος), che nella State s’attacca a’ buoi, e fa, che restino agitati, come dice Svida. Questa altrimenti chiamasi da’ Greci, e da’ Latini Estro: onde per egual ragione così nominiamo altresì quell’agitazione, che provano i Poeti, allorchè hanno calda e piena del Nume la fantasia. Il celebre Vallisnieri ha tra le sue Opere un leggiadro discorso fu l’assillo, o sia Estro de’ Poeti e de’ buoi. L’Abate dall’Aglio, trovando su’ Lessici, che µύωψ ha il significato di cieco fa un verso assai singolare traslatando così:
- Agitator cieco de’ buoi:
E non importa poi nulla, che il verso non abbia alcun sentimento. Non sapeva, che Callimaco nell’Ecale l’aveva adoperato, come noi, chiamandolo appunto βούσσοος μύωψ. Non aveva letto mai Svida, che scrive μύωψ, ὁ τὰς βοῦς σοβῶν, καὶ διόκων; Estro, che agita le vacche, e le perseguita. Ed altrove μύωψ, μυῖά τις, ερεθίζουσα τὰς βοῦς.
v. 47. χειρὶ δὲ γαίης, κ. τ. λ. a terra stese la mano. Letteralmente si poteva tradurre: e la mano dal seno della terra non tenne lontana . Non incliniamo perciò all’interpretazio̟-