Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/233


xx - messer niccolò del rosso 227

LX

Non può sorprendere che i guelfi siano sempre soccombenti.

Maraveglia che gli segnor Visconti,
marchesi, Bonacossi e da la Scala
non extendono la sua possente ala
4per tutta Italia dezá dagli monti!
Ché, poi che gli guelfi de l’arme pronti
siano, arditi e forti per rigala,
vengon traditi sempre en ora mala:
8dalmazo degli ree dusi o conti!
Ancor: lor terre rezen populari,
dove nullo secreto sta coperto
11per l’encostancia digli merzenari.
Santo papa, mándazi il bon Roberto,
che strugga l’eresia digli lombardi,
14sfrenata sol per che tu troppo tardi.

LXI

Per qual motivo il poeta si schieri contro i ghibellini.

Io non so’ tanto guelfo ni crudele,
che per modo di parte eo volesse
che persona vergogna o danno avesse,
4foss’egli di santa Glesia fedele:
poi nel mio core panni abominèle
ch’erro dal sacro Emperio procedesse,
e ’l dolce frutto, che de le leze èsse,
8al mondo pullulasse amaro fèle.
Ma pur eo vezo che gli ghibilini
contr’al papa, ch’è vicario de Cristo,
11per forza tirannizan lor vicini.
Unde, s’él procazza che tal acquisto
per onni forma torni nel suo stato,
14questo dovria zascun tener a grato.