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xvii - cenne della chitarra d'arezzo 177

IV

Marzo.

Di marzo vi riposo in tal maniera:
in Puglia piana, tra molti lagoni,
e ’n essi gran mignatte e ranaglioni;
4poi eia mangiar abbiate sorbe e pera,
olio di noce veglio, mane e sera,
per far cal degli, arance e gran cidroni;
barchette assai con remi e con timoni,
8ma non possiate uscir di tal riviera.
Case di paglia con diversi razzi;
da bere, vin gergon, die sia ben nero;
11letta di schianze e di gionehi piumazzi.
Tra voi, signori, sia un priete fèro,
che da nessun peccato vi dislazzi;
14per ciascun luogo v’abbia un munistero.

V

Aprile.

Di aprile vi do vita senza lagna:
laváni a schiera con asini a tresca,
ragghiando forte, per che non v’incresca,
4quanti ne sono in Perósa o Bevagna;
con birri romaneschi di campagna,
e ciascadun di pugna si vi mesca:
e, quando questo a gioco non riesca,
8ristori i marri de’ pian di Romagna.
Per danzatori vi do vegli armini;
una campana, la qual peggio suona,
11stormento sia a voi, e non rifini.
E quel, che ’n millantar si largo dona,
in ira vegna de li suoi vicini,
14per che di cotal gente si ragiona.

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