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xvi - folgore di san giminiano 165

XVI

Lunedí.

     Quando la luna e la stella diana
e la notte si parte, e ’l giorno appare,
vento leggero, per polire l’are,
4ne fa la gente star allegra e sana;
     il lunedí, per capo di semana,
con instrumenti mattinata fare,
ed amorose donzelle cantare
8e ’l sol ferire per la meridiana.
     Lèvati sù, donzello, e non dormire,
ché l’amoroso giorno ti conforta
11e vuol che vadi tua donn’a servire.
     Palafren e destrier sian a la porta,
donzelli e servitor con bel vestire:
14e po’ far ciò, ch’Amor comanda e porta.

XVII

Martedí.

     E ’l martedí li do un nuovo mondo:
udir sonar trombetti e tamburelli,
armar pedon, cavalier e donzelli,
4e campane a martello dicer «dón do»;
     e lui primiero e li altri secondo,
armati di loriche e di cappelli,
veder nemici e percoter ad elli,
8dando gran colpi e mettendoli a fondo;
     destrier veder andar a vote selle,
tirando per lo campo lor segnori,
11e strascinando fegati e budelle;
     e sonar a raccolta trombatori
e sufoli, flaúti e ciaramelle,
14e tornar a le schiere i feritori.