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II. [Ferrara, 1540-48]: da un accenno al VElogio di Muzio Scevola scritto da Olimpia prima di lasciare la corte Estense. Ill-lV. [Ferrara, 1540-48]. Si riferiscono all’epoca, in cui la Morata tornò alla casa paterna per curarsi di un malanno che l’affliggeva. Infatti in una lettera del medico Sinapi in risposta alle medesime si parla della guarigione e del ritorno di Olimpia a Consandolo, dove era la Corte. V. [Ferrara, 1549]: scritta durante una breve assenza di Grunthler, che si era recato in Germania per cercare dove allogarsi. Olimpia era giá moglie allora del giovane tedesco. VI. Ferrara, 30 [marzo 1549]. Nel testo la data è tertio calendas Iunii 1348, ma va corretta, perché il Sinapi, a cui la lettera è diretta, caduto in disgrazia di Renata d’Este, abbandonò la Corte verso la fine del 1548. VII Ferrara, 12 aprile [1549]. Nel testo 1548, ni a va corretto per la ragione giá indicata. VIII. Ferrara, >9 maggio 1549: data indicata esattamente nel testo a stampa. IX. Ferrara, t° giugno [1549]: sollecita il ritorno di Grunthler, recatosi, come si è detto, in Germania. X. Kaufl’beuren, 25 agosto [1549]. Nel testo, per errore, 1548. Da questa lettera appare che i due coniugi giunsero in Germania il 12 giugno 1549. XI. [Kauffbeuren, fine del 1549]. Qui si accenna all’intervento di Lavinia Della Rovere a prò di Fanino, imprigionato tra la fine del 1548 e i primi del ’49, ma non ancora irremissibilmente dannato alla pena crudele, a cui poi soggiacque. La lettera è in risposta ad altra della Lavinia da Parma, 2 novembre. XII. [Kauffbeuren, 1549]. L’accenno alla morte del cugino, che ricorre pure nella lettera precedente, consente di riavvicinare questa all’altra che sta innanzi. XIII. [Kauffbeuren, 1549]. Dice di essere ospite di Giorgio Hermann, che stava a Kauffbeuren. XIV. Augusta, 7 ottobre [1550]. Ricorda la morte del padre come avvenuta due anni prima e si sa che Pellegrino Morato mancò ai vivi nel 1548 (G. Campori, in «Atti e Memorie delle RR. Deputaz. di stor. patr. per le prov. moden. e parm.» VIII (1877), pp 361-71) Si accenna inoltre ai versi scritti da Olimpia Panno innanzi e nella lettera al Giraldi, da noi assegnata al IS49 (lett. XIII), si parla del diletto, che la giovane poetessa traeva dal conversare tutto il giorno colle Muse.