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dica con Cristo: «Ego sum vermis et non homo»; e con David gridi: «Respice me et miserere mei. quia unú us et pauper sum ego». Oh veramente ricco e beato colui, che per favor di Dio perviene a questa povertá spirituale, renunziando con l’affetto tutte le cose ch’egli possiede; cioè la prudenza mondana, le scienze secolari, le ricchezze, le signorie, i piaceri della carne, la gloria degli uomini, i favori delle creature e ogni confidanza di se stesso. Costui, diventando per Cristo stolto nel mondo, e in mezzo le ricchezze dicendo di cuore: «Pane m nostrum quotidianum da no bis hodie» , e preponendo l’improperio di Cristo e le tribulazioni ai piaceri e ai favori del mondo, e non volendo né altra santitá né altra giustizia che quella che si acquista per Cristo, entra nel regno di Dio ed è sostentato, favorito e governato dallo Spirito di Dio, e, tutto ripieno di gaudio santo, canta col profeta: * Il Signore è mio pastore, niuna cosa mi mancherá: Egli in luoghi ameni ed erbosi mi fa riposare, e lungo le acque del refrigerio mi conduce». E, crescendo tuttavia la diffidanza di se medesimo e di tutte le creature e la confidanza in Dio, né volendo né in cielo né in terra altra sapienza, altri tesori, altra potenza, altro piacere, altra gloria, altro favore, che quello del suo Dio, grida col medesimo profeta: «Signor, chi ho io in cielo oltre a te? Nissuno 10 voglio teco sopra la terra. Per lo desiderio di te la carne mia e il cuor mio si consuma. Oh! fortezza del mio cuore; Dio è la mia ereditá in sempiterno». Considerate che colui, 11 quale dice queste dolcissime e umilissime parole, congiunte con una grandissima generositá, la quale non vuole né in cielo né in terra niuna cosa se non Dio; considerate dico, che costui era un re potentissimo e ricchissimo: ma egli non si lasciava offuscare l’intelletto, né corrompere l’affetto dalla sua potenza né dalle sue ricchezze, conoscendo per favore di Dio che tutta la potenza e tutte le ricchezze sono di Dio, e come cose di Dio le debbiamo possedere e dispensare a gloria di Dio. Laonde si legge nel primo libro, intitolato Paralipomcnon , che egli in presenza di tutto ’l popolo disse queste divinissime parole: «Benedetto sei, Signor Dio d’Israel, padre nostro ab aeterno in eterno.