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etiam i semplici o idioti, fusseno obbligati a crederli; e, massimeché molti non pure etiam dai lor dotti s’intendono, hanno ditto che i semplici non sono obbligati a credergli tutti esplicatamente, ma solamente i principali, e degli altri basta che credino quello che crede la Chiesa romana. Né manco hanno resoluto quali sieno i principali. Ma vede se qui si sono scoperti e mostrato che non hanno fede, né pure la cognoscono, dappoiché dicono che gl’idioti, per non essere capaci de’ loro articoli, non sono obbligati a credergli esplicatamente, come se fusseno piú alti degli apostolici, e come s’el credere de’ veri cristiani fusse un sapere e un’umana e acquistata opinione, la quale fusse piú ne’ dotti che ne’ semplici; dove in veritá è un lume soprannaturale infuso e dono di Dio, il quale lo dá singolarmente alli semplici, si come vòlse e Paulo e Cristo. E si vedde per esperienzia che i piccolini, i ciechi, 1* idioti, semplici e i samaritani credetteno in Cristo, dove i dotti scribi e farisei lo perseguitorno. Dipoi, se fusse necessario il credere i loro articoli, non basterebbe credere quello che crede la Chiesa romana, senza pur sapere quello ch’ella crede; ma bisognerebbe esplicatamente credere quello che in essi articoli si contiene, massimeché, se credessi quello che credono i prelati di Roma, saresti senza fede, perché essi non credono pure in Cristo, si come la vita demostra che è cosa assai manifesta. Puoi adunque per le cose ditte in parte vedere la cieca, stolta e impia presunzione della chiesa d’Antecristo, che, dove gli articoli della fede, come primi principi dovevano essere chiari per le Scritture sacre e non molti, si come sono i veri e apostolici, essi hanno ogni cosa confuso, con moltiplicargli a loro volontá e pessima avarizia. Ma spero che presto Dio rimediará, si come ha giá incominciato. Al quale sia sempre ogni onore e gloria per Giesú Cristo Signor nostro. Amen.