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Chiesa di Cristo quella di Satana e d’Antecristo. E sotto quel falso nome di «Chiesa» cercano di defendere, non l’onore di Dio, ma le sue entrate, lascivie, dignitá e gloria del mondo, imo i loro impii e prodigiosi errori; interpretano le Scritture a volontá, secondo che fanno a loro proposito e al contrario, e dicono che bisogna starsene ad esse, come s’elle pendesseno da loro. I pontefici adunque, cardinali, episcopi e prelati di Roma, se sono impii e senza spirito, si come la lor vita demostra e i loro impii decreti e abusi da essi approvati, non sono la Chiesa di Cristo, ma inimici suoi, epicurei e idolatri. Cristo ce n’adverti, e cosí Paulo, che entrarebbeno nella Chiesa sua lupi rapaci sotto spezie d’agnelli, falsi profeti, e si trasformarebbeno in forma d’apostoli, e che darebbeno segni e prodigi, e che l’abbominazione starebbe nel tempio di Dio; imo che, quando Cristo in spirito verrá a destrurre il regno d’Antecristo, si come è venuto nelli tempi nostri, non truovará quasi fede in terra. Ma dimmi: non ti pare che li capi della Chiesa romana ab bino errato a reservare i casi in coscienzia, a introdurre tanti articoli di fede e precetti umani a loro fantasia, e volere che obblighino a peccato mortale, a non comunicare sotto l’una e l’altra spezie contro l’instituzione di Cristo e contra l’uso della sua primitiva Chiesa, a introdurre nel regno spirituale di Cristo le satisfazioni umane, i sacrifizi, espiazioni, indulgenzie e purgatori, come se Cristo non avesse satisfatto Lui in croce a sufficienzia? Sarei troppo longo s’io volessi recitare tutti li loro errori. E a me è tanto dubbio s’ella può errare, quanto se può errare la chiesa d’Antecristo. Questo m’è dubbio: se faranno mai bene alcuno. Giá la Chiesa romana escomunicò quasi tutte le Chiese orientali e australi, perché volevano celebrare la Pasqua in giovedí e non in domenica. È pur chiaro che errorno a scomunicargli per ceremonie non repugnanti alla sincera fede e a dividere per frasche l’inconsutile veste di Cristo. Policrate, episcopo in Asia, e Ireneo, episcopo di Leone, ripreseno quel pontefice, che, per osservanzia di tempi, l’escomunicò, dicendo Paulo: «Nissuno vi giudichi in cibo e poto e in giorni di