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debbi andare, per illuminare gli altri del vero, e monstrargli quello, che anche loro sono obbligati a fare in simil caso. Diranno: — Se ognuno facesse cosi, si ruinarebbeno le religioni. — Respondo ch’è per questo, come per evidente segno si può vedere, ch’elle sono impie, dapoiché, secondo te, la caritá le ruinarebbe, imperocché la caritá non ruina se non cose triste. Lo stare ne’ monasteri, sepolti in ozio e superstizioni, senza giovare al prossimo in tutto quello si può e debba, è quello che ruina la caritá e la cristiana religione. Sono adunque impii i loro voti, contrari alla divina e naturale legge, alla caritá, all’Evangelio, alla grazia e alla libertá cristiana. Però non solo non obbligano, imo ognuno debba senza stimolo uscirne, massime per adiutare il prossimo suo. Tutti quelli, adunque, che nel tirannico regno d’Antecristo sono angariati sotto l’intollerabile giogo dell’umane, stolte, farisaiche, impie e diaboliche superstizioni, preghino Dio che l’apri gli occhi, acciocché, visto la spirituale e felice libertá, che abbiamo per Cristo, se ne servino per impeto di spirito, fede e caritá, in onore di Dio. Al quale sia sempre ogni gloria, per Giesu Cristo Signor nostro. Amen.