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PREDICA XXXVII

Del voto della clausura. La vera clausura del perfetto cristiano è star sempre serrato nel beneplacito di Dio, e in tutto conformarsi con la sua volontá, senza partirsi mai dal suo volere; e cosí uscire con la mente delle miserie e tenebrose caverne del mondo, nelle quali chi abita col core non vede il divino sole Cristo, ed elevarsi su alle cose divine, serrandosi ne’ cieli, e con Paulo dicendo: «La nostra conversazione è ne’ cieli. Il mondo è pieno di lacci: però con lo spirito bisogna elevarsi in alto». Il perfetto cristiano entra nel suo cubicolo, nel secreto del cor suo, e serrando le fenestre dei suoi sentimenti, imo e dell’umano intelletto a tutte le varie ombre e pensieri del mondo. Serrato come in sancta sanctorum, non vi lassa entrare se non il sommo pontefice Cristo, nel constato del quale anco si serra, e li, sentendo l’ardente caritá di Dio, sei gode. Dipoi, quanto al corpo, con Cristo alcuna volta ascende al monte, si ritira in qualche loco rimoto, per raccogliere la mente ed elevarla a Dio, acciocché con Maria si riempi, per fede, di spirito. E quando, pieno di Dio, si sente muovere dall’impeto dello spirito a ministrare con Marta per caritá al prossimo, descende con Cristo al tempio a effóndere, spargere e comunicare le grazie ad altri ; e, se di nuovo si sente raffreddare per il conversare con le persone, di nuovo a tempo si separa dal tumulto del mondo. Questa vita mista è la piu perfetta di tutte, fatta da Cristo, dagli apostoli e veri santi, imitatori di Cristo. E questa è l’ottima clausura cristiana, alla perfezione della quale non si può aggiognere. Però tutte l’altre, trovate dagli uomini a loro fantasia, sono vane e impie, si come sono quelle de’ certosini e di molte monache, che fanno voto di clausura, imperocché Riformatori italiani del Cinquecento - 1 . M