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24
E la cittá con la sua gente serra,
si che non vi può né entrare né uscire;
e sei mesi vi fece si gran guerra,
che i cittadin, che non poter soffrire,
aprir le porte e diedero la terra;
e la sposa del re, piena d’ardire,
liberò la sua gente, e poi ne mena
presa colei che gli ha tenuti in pena.
25
E, passando una selva molt’alpestra,
e quella donna falsa e frodolente,
si come d’arte magica maestra,
un fuoco fe’ venir subitamente,
ch’ardea la selva a sinistra ed a destra;
onde color temeano fortemente,
e disser: — Poi che non possiam passare,
torniamo a dietro e passerén per mare. —
26
E, quando giunti furono alla riva,
e quella donna, che campar s’ingegna,
fe’ che per mar l’esercito veniva,
ed ogni legno avea di Roma insegna.
Un messaggier. che dinanzi appariva,
a lo re d’Oriente si rassegna,
dicendo: — 1 roman vegnon per difesa
di questa donna che menate presa. —
27
E lo re sopra a ciò prese consiglio,
e la reina cominciò a parlare:
— Da poi che Dio n’ha tratti di periglio,
a me parrebbe di lasciarla andare. —
Mandárla via, e poi non giro un miglio,
che quel navilio tutto quanto spare:
allor s’avvidde il re del convenente,
e tornòne co’ suoi in Oriente.