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Quella, vedendo suo perfetto amare,
gli disse allora: — Va’ sicuramente. —
Ed e’ si mosse sanza dimorare,
si come pellegrin subitamente,
e tanto forte prese a caminare,
che giunse a Roma il cavalier possente,
e giunse in corte dello imperadore,
per le iscale va verso il senatore.
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Trovò a mezza iscala un cavaliere,
e ’n caritá, per Dio, gli fe’ domando;
ed e’gli disse: —Sozzo poltroniere!
come va’ tu in tal modo gagliofTando?
Ma vuo’ tu meco istar per iscudiere? —
Ed e’ gli disse: — Sie al tuo comando.
Ed e’ gli disse: — l’ti farò insegnare
a servire innanzi e a cavalcare. —
22
E Gismirante disse: — In veritade,
-ch’i’ so ben cavalcare e ben servire. —
Ed e’, vedendo ch’egli avie boutade,
fégli trar la schiavina e fél vestire.
Ed e’ pareva pien di nobiltade
e appariscente sopr’ogn’altro sire;
e, po’ che in ben far fu conosciuto,
piú ch’altro in corte era caro tenuto.
E cosi istette dimorando alquanto.
Un giorno eh’e’si stava per la corte,
ed e’ senti levare uno gran pianto;
onde dimanda di si fatte sorte.
Ed un gli disse: — Egli si piagne tanto,
perché lo ’mperador manda alla morte
al porco troncascino un suo figliuolo,
di che tutta la corte n’ha gran duolo. —