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cantare primo 105


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Liberamente ti vo’ dar la terra
e ciò, ch’io ho, in balía t’offro e dono,
purché si ponga fine a tanta guerra.
E nella mente stupita mi sono,
ché certo nel mio regno, in ogni terra,
e tutti i gran signori che ci sono,
e’ non han tanta forza veramente
che faccin la metá di questa gente.
57
Tu mi trarresti di gran fantasia,
raccontarmi tal cosa veramente,
se fai per arte di negromanzia,
ched e’ ti venga drieto tanta gente. —
Rispose Biagio: — La possanza mia
non te la voglio raccontar per niente,
acciò che non m’inganni, come fai;
ma d’ogni cosa te ne pentirai.
58
— Adunque sarai tu cotanto strano,
che tu mi voglia far tal villania?
Ha poi che inver’ di me sei sí villano,
io son condotta in tutta tua balía,
prendi questo coltel nella tua mano,
dammi nel petto e passa l’alma mia,
e dirassi di te che sei crudele
dapo’ ch’uccidi chi t’è sí fedele! —
59
Udito ch’ebbe di lei le parole,
sagline male, e volse il suo pensiero,
e nell’animo suo seco si duole;
e diceva fra sé: — Egli è pur vero
ched una donna possa quel che vuole
e faccia altrui parer bianco per nero! —
Ed è si rimutato nella mente,
e si diceva alla donna in presente: