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84 | l’amor costante |
SCENA III
Marchetto solo.
Or che farai, Marchetto? Questo è un ponto da pensarlo molto bene. S’io racconto a Guglielmo l’insidie che se gli preparano adosso, si vorrá metter in ponto per combattere, tutto fidatosi sopra di me. Usciremo in campo. Egli è vecchio e, per conseguenzia, vile. Piantarammi ed io rimarrò solo nella pesta. Sarocci ammazzato e sarammi poi detto: — Ben ti sta; — e sapramene male. Dall’altra parte, s’io mi sto queto, messer Giannino con la masnada se ne verrá in casa e, senza fatica alcuna, ammazzare Guglielmo come una pera cotta; liberará coloro; e cosí io non averò questo contento di veder morir questo ghiotton di Lorenzino. In fine, io mi risolvo che gli è meglio dirgli el tutto, acciò che, con piú prestezza, levi la vita a quei prigioni. Di poi pigliarò un canto in pagamento: e vada in chiasso tutta la casa, ch’io ci penso poco. Che ne dite voi? Mi par veder che voi ve ne starete a detta. Or ecco Guglielmo. Dir gliel voglio; ma vo’ prima sentir un po’ quel che dice.
SCENA IV
Guglielmo, Marchetto.
Guglielmo. Oggi saranno esempio questi ribaldi a tutt’i servidori che non son fedeli ai padroni e a le giovine donne che con si poca saviezza governano i casi loro. E, per miglior mia ventura, trovai nella speziaria maestro Guicciardo. Conta’gli il caso e, benché se ne facesse un po’ pregare, pur alla fine m’ha servito benissimo e hammi ordinato in modo che, in poche ore, so che tiraran le calze.
Marchetto. Dio vi salvi, Guglielmo. Mi dolgo de’ casi vostri, che ho inteso il tutto da Lucia.
Guglielmo. Dove sei stato, oggi, che tanto sei tardato a tornare?