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atto terzo 79

arebbe mai imaginato che, sotto quelle santimonie, sotto tante religiose parole che l’aveva sempre in bocca, fusse stato nascosto tanto veleno? Al mio tempo, giá, una giovene donzella non averebbe avuta mai tanta malizia. E mio danno sará, s’io non glie ne fo patir le pene. Io so che non potranno scappare. Voglio andarmene a Gregorio speziale, che mi faccia una bevanda che, fra poche ore, bevuta che Faranno, faccia l’effetto: che, per esser mio amicissimo, so che terrá la cosa segreta; che non vorrei per niente che venisse a l’orecchie del commissario. E questo medesimo mi servirá ch’io non intrigarò le mani nel sangue. E, insomma, perdonar non glie la voglio. E giá, in questo mezzo, Lucia ara fatto venir fra Cherubino mio confessore, che non voglio per cosa nessuna che muoino senza confessione. E tanto piú che non ci è pericolo ch’egli discoprisse la cosa; che giá so io quanto stimi di farmi piacere. Pigliarò la via di qua.