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72 l’amor costante


SCENA V

Agnoletta sola.

Io vi so dir che, quando a una di queste cittadine gli entra una cosa nella testa, che ne vuol vedere quel che n’ha da essere. Parvi che l’abbia la smania, la poveretta? Mai parlo con essa che non me ne facci venire una vogliarella ancor a me. Oh! Se voi vedeste questo presente, vi parrebbe bello. Solamente i lavori gli costan di molti ducati. Dubito che messer Giannino non lo vorrá accettare, com’egli ha fatto sempre degli altri, bench’io abbia dato speranza a lei del contrario. Io non so dove costui se la fondi. Vorrá riceverne a tempo, de’ presenti, che si grattará gli occhi. Lassami bussar la porta.

SCENA VI

Agnoletta, Cornacchia.

Agnoletta. Tic toc, tic toc, toc, tic toc.

Cornacchia. Chi diavol bussa si forte?

Agnoletta. Apre.

Cornacchia. Oh! Se’ tu, scimiarella? Non ci è messer Giannino, ch’io so che tu vuoi lui.

Agnoletta. E dov’è?

Cornacchia. Non gliel vo’ dire, che io so che non la vede volentieri. Che diavol ne so io? So che in casa non eie nessuno.

Agnoletta. Non ci è nessuno? Dunque sei solo?

Cornacchia. Solo, solissimo. Perché? Vuoi niente?

Agnoletta. Si. Apre.

Cornacchia. Che vuoi?

Agnoletta. Voglio una cosa.

Cornacchia. Dimmela di costi.

Agnoletta. Non si può dir dalla finestra.