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atto secondo | 47 |
con una santimonia e bontá maravigliosa per la quale era tanto cara a Guglielmo quanto s’ella gli fusse stata figlia. Or, essendo io giá libero d’un sospetto ch’io avevo ch’ella non fusse accesa dell’amor di qualcuno, mi volsi chiarir dell’altro, di saper s’ella si ricordava piú dei casi miei. E, aspettando piú giorni el tempo commodo, iersera mi venne commodissimo, però che, entrato con essa a ragionar di varie cose, cominciai a ragionargli de le forze d’amore e, vedendo che ella si turbava assai in cotal ragionamento, gli domandai s’ella conoscesse per sorte in Valenzia un Ferrante di Selvaggio. A questa domándita diventò pallidissima e, mirandomi in viso, mi domandò con un sospiro per che causa io gli domandasse di questo. Le risposi ch’io non avevo al mondo il maggior amico. Queste parole, per quanto mi parse, gli fèr sospicare ch’io fusse Ferrante e, guardandomi un pezzo fisso, conobbi ch’ella s’accorse fermamente che cosí era; ma, per sicurarsene meglio, mi disse: — Piacerebbe a Dio che voi fusse mai quel Ferrante? — A queste sue parole, non potendo piú contenermi, mi discopersi e, con gran tenerezza abbracciandoci, cominciammo per dolcezza a pianger dirottamente; e dipoi, con allegrezza non piú sentita, ci ragguagliammo l’uno l’altro delle nostre fortune.
Corsetto. Oh felicissima coppia d’amanti! oh amor costante! oh bellissimo caso da farci sopra una comedia eccellentissima!
Ferrante. Io non vo’ distendermi in dirti quanta sia stata, da iersera in qua, la nostra allegrezza perché non finirei mai. Ma quel che piú importa è che noi aviam pensato che, se noi discoprissemo a Guglielmo come la cosa sta, non ce lo crederebbe e farebbeci dispiacere; e, per questo, abbiam fatto disegno di partirci stanotte di nascosto di Pisa. Quel che bisogna che tu facci è questo: che tu vadi fino ad Arno e vegga di farti mettere in ordine una barchetta la quale stia a posta tua e poi stasera, di notte, che tu mi stia appresso acciò che, se impedimento avessemo o da Guglielmo o da altri per mala sorte, possiam difenderci gagliardamente e ammazzarlo, bisognando.
Corsetto. Non piú parole. Hai da pensar che io non spenderei la vita per cosa che piú mi piacesse che per conto tuo.